lunedì 3 giugno 2013

ECO 4D

ECO (Electronic- cooperation- online) è un progetto di Pietro Babina volto a modificare l'intero mondo della drammaturgia, rivoluzionando il sistema di creazione di un copione teatrale.
Internet e le nuove tecnologie possono essere usati per scopi creativi, senza costituire una minaccia per l'antica arte del Teatro.
Tutto parte da un “intuizione” di Babina, ovvero sfruttare la rete ed i Blog per creare un dialogo virtuale fra due scrittori, in una sorta realtà aumentata (cioè un arricchimento della percezione sensoriale mediante informazioni che non sarebbero percepibili con i cinque sensi), per raggiungere una situazione verosimile di due soggetti che comunicano in un dato luogo. L'intera evoluzione del discorso e degli eventi rimane quindi sconosciuto sia ai due scrittori che al regista, quanto all'attore che andrà poi a recitare la parte.
I soggetti sono: due scrittori che comunicano tramite il Blog, un loro personaggio che si crea e si caratterizza durante il processo di scrittura e l'attore, il cui arduo compito sarà impersonare un personaggio, il cui carattere e vicende non saranno ben definite fino alla fine.

Dopo alcuni anni di sperimentazione da parte del regista, Eco giunge al Pascoli, nella classe 4D, per cinque giorni.

Il primo giorno è impostato sull'organizzazione all'interno di un team. Ognuno, scrivendo il proprio nome alla lavagna deve cercare di trovare un suo spazio, ma allo stesso tempo di inserirsi in mezzo agli altri, andando a creare con tutti i nomi una figura, uno schema o mappa.

Il processo si ripete tre volte, prima di riuscire a seguire un ordine prestabilito.
Mettendo in chiaro delle regole di gruppo, comprese da tutti, si otterrà la figura decisa.


Durante il secondo giorno viene messa in atto la parte di scrittura creativa, la più intensa e coinvolgente. Divisi in due gruppi si da vita a due personaggi, la cui vicenda rimane complessa fino alla fine dell'intero progetto. Partendo dalla foto di un luogo (in questo caso la foto di un tavolino al bar della scuola) inizia un discorso. I due gruppi si fanno due idee diverse di come far proseguire la storia e che direzione far prendere al personaggio. Nessuno però definisce in modo chiaro le proprie intenzioni, lasciando la vicenda sul vago.

Nei giorni seguenti si rielabora il copione, andando a modificare l'intera vicenda. Il processo di scrittura risulta estremamente lungo e puntiglioso, in quanto ogni parola ha mille sfaccettature che vanno usate nella maniera più chiara possibile. Il dialogo deve quindi risultare diretto,come se realmente due soggetti stessero dialogando.
Quattro studenti registrano il dialogo definitivo provando ad interpretarlo e recitarlo, per sovrapporlo poi al video.

A questa fase del lavoro segue la messa in scena di questo primo episodio.

Ogni cosa deve essere pronta all'arrivo del regista sul set e....CIAK SI GIRA! 

giovedì 6 dicembre 2012

IDENTITÀ.



Chi siamo?
Il corpo o i nostri pensieri?
Insieme all'idea del principio e di Dio, ciò che siamo è una delle grandi domande.
Ognuno sente il bisogno di definire la propria identità, di riconoscersi in qualcosa. Siamo abituati ad etichettare ogni cosa con un nome, definendola.
Cartesio tentò di dare una risposta a questo quesito, ritrovandosi smarrito ed insicuro alla fine dei suoi studi. Aveva bisogno di risposte più concrete, di certezze (come tutti, almeno una volta nella vita).
Partendo dal fatto che esistiamo, in quanto siamo in grado di pensare, di dubitare di ogni cosa, che cosa siamo?
Di certo abbiamo sempre creduto di essere Uomo, che si contraddistingue fin dall'antichità come “essere ragionevole”, che però dovrebbe essere a sua volta spiegato e certo. Quindi probabilmente siamo fatti da un corpo, ovvero una macchina predefinita ma inconsapevole, indipendente da noi. Cartesio esclude quindi la sua natura corporea, e prova ad analizzare l'anima, immaginata come vento o fiamma, un'aria sottilissima, che dà vita alla macchina. L'anima è inevitabilmente legata a tutte le sensazioni che vengono però percepite dal corpo, e che quindi non possono essere propriamente nostre, in quando l'idea di essere corpo è stata scartata. Anche perché le sensazioni sono ingannevoli dato che alcune di esse le percepiamo anche durante il sonno e al risveglio non riconosciamo di averle sentite.
L'unica cosa nella quale ci si può riconoscere è il pensare, ed è ciò che da vita ad ogni cosa. Cos'è una cosa che pensa? A questo punto possiamo dire che una cosa pensante è ciò che è in grado di dubitare, concepire, affermare, negare, volere o non volere, sentire.. ed è ciò che facciamo noi.

Quello che intendiamo noi per realtà, ovvero tutto quello che ci circonda, non è certo.
Tutto quello che sta al di fuori di noi, del nostro pensiero, può non esistere, dato che quando smetto di pensare ad una cosa, questa non esiste più per me. Allo stesso modo non posso essere certo dell'esistenza di altre persone dato che non sono me, non sono il mio pensiero.
L'unica cosa certa quindi è che esisto, e che esiste tutto ciò che penso.
Al giorno d'oggi, in cui tutti i valori sono in crisi, niente è più certo, almeno essere sicuri di esistere è una risposta in più rispetto a tante domande..